L’alfa-mannosidosi viene classificata come una malattia rara compresa nella
categoria delle patologie da accumulo lisosomiale, alla cui base si riscontra una
mutazione di uno o più geni che codificano per diverse proteine presenti nel
lisosoma, che, non degradando accuratamente alcune macromolecole ne
provocano†l’accumulo†patologico†all’interno†della†cellulaƆLe manifestazioni
dell’alfa-mannosidosi variano da paziente a paziente, ma la malattia è
essenzialmente caratterizzata da immunodeficienza (che si manifesta con
infezioni ricorrenti, specialmente nella prima decade di vita), anomalie
scheletriche (disostosi multipla, scoliosi e deformazione dello sterno), dismorfismi
facciali (testa grande con fronte prominente, sopracciglia arrotondate, sella nasale
piatta, macroglossia, denti distanziati e prognatismo), sordità neurosensoriale e
deficit graduale delle funzioni mentali (con possibile sviluppo di psicosi e
allucinazioni) e del linguaggio. I disturbi motori correlati comprendono debolezza
muscolare, anomalie osteo-articolari e atassia. Ulteriori sintomi includono
idrocefalia¨†epatosplenomegalia†e†problemi†oculari¨†renali†e†cardiaciƆL’alfamannosidosi
colpisce circa un neonato ogni 500.000. La malattia ha la potenzialità
di colpire qualsiasi apparato e organo: per tale motivo, è essenziale una presa in
carico multidisciplinare in cui sia previsto un coordinamento tra gli specialisti che
hanno in cura il paziente. Ad oggi, le persone che ricevono una diagnosi di alfamannosidosi
hanno la possibilità di accedere a una terapia enzimatica specifica in
cui†viene†reintegrato†l’enzima†mancante¨†con†l’obiettivo†di†ridurre†il†dannoso
accumulo di sostanze che si osserva a livello lisosomiale.
La cistinosi nefropatica è una specifica forma di cistinosi, una rara malattia
metabolica ereditaria, a trasmissione autosomica recessiva, causata da mutazioni
nel gene CTNS, il quale codifica per una proteina, la cistinosina, deputata al
trasporto†dell’aminoacido†cistinaƆA†causa†del†difetto†genetico†alla†base†della
patologia, la cistina si accumula nei lisosomi, danneggiando progressivamente le
cellule†dell’organismo†e†compromettendo†la†funzionalità†dei†reni†e†di†diversi†altri
organi. Esistono due diverse tipologie di cistinosi nefropatica: la cistinosi
nefropatica infantile, che si verifica in circa il 95% dei casi di cistinosi e che
rappresenta la forma più grave e diffusa della malattia, e la cistinosi nefropatica
giovanile, che si presenta in meno del 5% dei casi di cistinosi. Nella cistinosi
nefropatica infantile i primi segni clinici della malattia compaiono in genere dopo i
tre mesi di vita, con sintomi che sono assimilabili a quelli della sindrome di Toni-
Debré-Fanconi (eccessiva escrezione urinaria, ritardo dello sviluppo staturoponderale
e alterazioni idroelettrolitiche conseguenti ad anomalie del processo di
riassorbimento tubulare prossimale renale). I depositi di cistina nei vari organi
causano ipertiroidismo, diabete insulino-dipendente, epatosplenomegalia con
ipertensione portale, coinvolgimento muscolare†e†cerebraleƆL’accumulo†precoce
di cristalli di cistina in corrispondenza della cornea è un segno distintivo della
malattia e causa lacrimazione e fotofobia. In assenza di un trattamento specifico,
quasi tutti i pazienti con cistinosi nefropatica infantile sviluppano una malattia
renale allo stadio terminale entro i 10-12†anni†di†etàƆL’introduzione†del
trattamento a base di cisteamina e il miglioramento delle tecniche di trapianto
renale in pediatria hanno permesso di superare questo limite, tanto che oggi i
pazienti possono arrivare a vivere anche oltre i 50 anni. Come qualunque malattia
rara†è†essenziale†anche†per†l’alfa-mannosidosi e la cistinosi nefropatia, una presa
in†carico†coordinata†e†multidisciplinare†del†paziente†che†va†seguito†dall’infanzia
all’età†adulta†con†un†coordinamento†transizionale†che†ne†assicuri†la†continuità
terapeutico/assistenziale/riabilitativa e psicologica. Scopo di questo incontro è
quello di promuovere una diagnosi precoce e attivare tutti i percorsi di presa in
carico del†paziente¨†coordinando†il†percorso†tradizionale†dall’età†pediatrica†a
quella adulta. La sua tempestività è, infatti, determinante per consentire al
paziente di intraprendere il proprio percorso, individuando professionisti e terapie
adeguate alla propria patologia. Ad oggi, lo spettro di malattie che possono essere
individuate attraverso gli screening neonatali è vasto. Il loro scopo è proprio
quello di diagnosticare la patologia prima della manifestazione dei sintomi,
migliorando in modo significativo prognosi e qualità della vita dei pazienti
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